Il counseling a scuola





Chi è il counselor? 

Un counselor è un operatore d'aiuto che agisce nell'ambito dell'autenticità, dell'accettazione incondizionata dell'altro e del non giudizio. 

Questo è il saper essere della professione e di per se stesso può essere  efficacemente utilizzato nella strutturazione di una sana relazione d'aiuto con i ragazzi adolescenti.

Il counseling in adolescenza

L'adolescenza è caratterizzara da cambiamenti continui del corpo, da un incessante lavoro per la strutturazione dell'identità e dalla percezione di emozioni nuove, potenti, che spesso si ha difficoltà a riconoscere e nominare. Tutto questo rende gli adolescenti particolarmente sensibili alla vergogna e vulnerabili nei confronti del giudizio altrui.

Le problematiche più insormontabili da affrontare agli occhi degli adolescenti sono generalmente i comuni fatti quotidiani: le relazioni con i pari, il rapporto con gli insegnanti e con i genitori, le delusioni amorose, e da questo connubio spesso si genera un malessere tanto incomprensibile, quanto soverchiante per chi lo vive.

Per i motivi su espressi, la pratica del counseling, centrata sul presente, si sposa perfettamente con lo stadio di vita in cui l'adolescente si trova, più di tecniche di aiuto psicologico-cliniche e centrate sul passato. 

Lo scopo del counseling è formare la persona, una persona efficace nel sapersi relazionare con gli altri, nel saper utilizzare l'intelligenza emotiva e nell'avere un atteggiamento assertivo nei confronti del mondo. 

Il counseling a scuola

Il counselor a scuola assume il ruolo di educatore alla relazione, di guida nella scoperta di se stessi, delle proprie emozioni e del mondo adulto e delle sue regole.

Il counseling a scuola va a colmare il gap lasciato dal sistema scolastico che identifca “l'educare” esclusivamente con “l'istruire” la mente dei giovani.

Come Damasio ci insegna, non può esistere un pensiero razionale senza che vi sia un'emozione sottostante che lo guidi e spesso i fallimenti scolastici non sono tanto causati da “scarsa intelligenza” o “predisposizione”, come siamo culturalmente portati a pensare, ma da difficoltà ambientali ed emotive che il soggetto vive.

Tali difficoltà possono essere facilmente superate se il ragazzo trova un luogo sicuro, una persona di riferimento, che è disposta ad ascoltare senza giudicare e che ha stima nei suoi confronti e delle sue capacità.

Un supporto anche per gli insegnanti

Un altro aspetto importante del counseling se applicato in ambito scolastico, e spesso sottovalutato, potrebbe essere anche l'aiuto nella prevenzione del burnout dei docenti, fenomeno purtroppo sempre più frequente nelle istituzioni scolastiche. 

Gli insegnanti, infatti, necessitano di essere supportati nel loro lavoro per compensare ciò che in ambito accademico non sono stati preparati ad affrontare, e cioè l'aspetto relazionale dell'educare. Nell'istituzione scolastica la componente relazionale dell'insegnamento è molto sottovalutata, portando i docenti a dover fronteggiare da soli situazioni per la cui gestione necessiterebbero di un aiuto o strumenti specifici, che però non posseggono.

Tutto ciò contribuisce ad aumentare lo stress da loro percepito e a peggiorare l'ambiente istituzionale, instaurando condizioni deleterie per il benessere psico- fsico di chi vi lavora, ma anche di chi frequenta come allievo.

 

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Photo by Tony Tran on Unsplash

 

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